Nel corso degli anni — soprattutto dopo la pandemia — ho avuto la fortuna di poter costruire una libreria dedicata all’orticoltura che oggi conta quasi 1.400 volumi. La maggior parte di questi testi è in lingua inglese: un impegno che richiede un po’ di tempo e attenzione, ma ripagato dalla profondità e dalla solidità dei contenuti.
Di contro, molti libri italiani risultano talvolta superficiali e le traduzioni dei migliori testi anglosassoni non sempre restituiscono in modo accurato i concetti originali (ricordo ancora una traduzione in cui hardy — rustico — veniva reso con “duro”).
In questo contesto, la lettura di Giardini sostenibili di Francesco Fedelfio rappresenta una sorpresa positiva: il libro si colloca nel panorama italiano con un livello di cura, precisione e profondità che raramente si riscontra in pubblicazioni analoghe.
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